Una coppia di benestanti milanesi, durante un safari
fotografico in Kenya, scoprono la tragica realtà che si nasconde
nella vita degli albini africani. La signora si commuove e chiede
al marito, in occasione di un suo prossimo viaggio in Tanzania
proiettato all’acquisto di un giacimento aurifero, di trovare
nuovi elementi in suffragio di quello rivelatole dalla loro guida.
La loro vita agiata non cambia molto in relazione alle
sconvolgenti notizie che lui riporta dal suo viaggio però smuove
grandi emozioni nel loro animo che li obbliga a insistere nelle
ricerche. Un missionario comboniano li aiuterà a scoprire la
macabra esistenza della vendita di parti del corpo, soprattutto di
bambini, dei disgraziati che nascono albini. Li chiamano Mzungo,
swahili dispregiativo per bianco. Sono dei witch doctor a
occuparsi dello smembramento, mantenendo i piccoli il più
possibile in vita, dando un valore monetario superiore a quella
parte del corpo laddove il dolore si è fatto più sentire. La
coppia decide di fare immediatamente qualcosa per poter salvare
almeno qualche vittima dell’orribile commercio. Tramite l’aiuto
del socio italiano nella compagnia aurifera, della sua famiglia
locale e quello di un simpatico pilota d’aereo, raggiungeranno il
loro intento, riuscendo ad acquistare (a volte il denaro non è poi
lo sterco del diavolo) da un trio di loschi individui, uno di
questi bambini e a portarlo in salvo.